L’Abbazia di Sant’Eustachio si trova a Nervesa della Battaglia in Provincia di Treviso, sulle pendici del Montello. Si tratta di una struttura affascinante che vi lascerà certamente a bocca aperta e con gli occhi puntati all’insù.
Abbiamo scoperto questo luogo di ritorno dalla nostra escursione all’Oasi Fontane Bianche (di cui vi ho parlato qui) che dista circa 15 minuti d’auto.
Le passeggiate naturalistiche nei dintorni.
Dovete sapere, infatti, che la zona è ricca di interessanti passeggiate naturalistiche.
I percorsi possono essere raggruppati in 4 grandi sentieri ad anello, tra loro congiunti:
- del Bosco della Serenissima,
- dei Bisnent,
- della Certosa,
- e l’itinerario dei Croderi.
Trovate maggiori informazioni a questo link.
Inoltre, è possibile esplorare numerosi oasi che lambiscono le rive del Piave e che sapranno stupirvi con grotte di dimensioni talvolta davvero notevoli, come per esempio, la più nota, quella del Tavaran Grando.
Come arrivare all’Abbazia di Sant’Eustachio?
L’Abbazia di Sant’Eustachio è facilmente raggiungibile impostando le coordinate geografiche:
45°49’26.7″N 12°11’39.1″E
Se non sono in corso le celebrazioni religiose, è possibile parcheggiare nel parcheggio antistante la chiesa e il cimitero che si trovano quasi di fronte. Da lì, una volta attraversata la strada, sarà possibile accedere tramite un cancelletto pedonale, percorrendo un breve sentiero carrabile.
La passeggiata si snoda tra il bosco da una parte e i vigneti dall’altra. Il terreno non è particolarmente sconnesso, ma in alcuni tratti è piuttosto ripido. Per anziani, disabili o genitori con passeggini a seguito può risultare impegnativo.
In tal caso, suggerisco di contattare, come suggerisce il cartello appeso all’ingresso, il Sig. Marco al 320 2696169 o scrivendo a info@abbaziasanteustachio.com

E’ possibile, sempre tramite gli stessi contatti, prenotare una visita guidata all’Abbazia e al museo della durata di 40-45 minuti dal Venerdì alla Domenica dalle 10:00 alle 19:00 oppure recarsi in autonomia per una piacevole passeggiata.
Dato che il luogo è spesso una meta apprezzata per eventi o matrimoni, suggerisco di verificare gli orari di visita contattando la struttura o vistando il sito: www.abbaziasanteustachio.com
Personalmente, abbiamo visitato l’Abbazia di Sant’Eustachio con passeggino a seguito e devo dire che in alcuni tratti abbiamo davvero faticato, ma ce l’abbiamo fatta… Ritornando, personalmente, mi attrezzerei di uno zaino porta bimbo.
La passeggiata per arrivare all’Abbazia.
Durante la passeggiata è possibile notare sulla sinistra una piccola collina rotondeggiando che probabilmente era un antico castelliere di ben 3000 anni fa. Poco più avanti, sempre sulla sinistra, è possibile vedere i ruderi del piccolo eremo di San Girolamo, mentre all’orizzonte spunta in tutta la sua imponenza l’Abbazia di Sant’Eustachio, testimoni silenziosi di un tempo passato.

La Storia dell’Abbazia di Sant’Eustachio
L’Abbazia di Sant’Eustachio è certamente il più antico monumento di Nervesa della Battaglia. Nasce alla metà dell’XI secolo come monastero benedettino, come testimonia una bolla papale del 1062, grazie al conte di Treviso Rambaldo III di Collalto, alla madre Gisla e alla moglie Gisella, su una preesistente struttura fortificata.
Uno degli scopi principali era quello di strappare al potere dei vescovi di Treviso la zona che era in passato egemonia dei Collalto, ma che da qualche anno soffriva del crescente potere religioso e temporale dei vescovi di Treviso.
In questo modo, i Collalto miravano a creare un’istituzione indipendente e sottoposta al pontefice, che non vedeva altrettanto di buon occhio i vescovi della zona, sostenitori dell’imperatore.
L’Abbazia fu danneggiata nel 1229 durante la guerra tra Guelfi e Ghibellini e nel 1358 durante quella tra gli Ungari e i Trevisani, ma fu ricostruita. Tra il Cinquecento e il Seicento divenne un importante polo culturale, che ospitò anche Monsignor Giovanni Della Casa che qui vi compose il famoso Galateo (1550-1555).
Nel 1918 durante la Prima Guerra Mondiale, l’edificio fu ridotto ad un cumulo di macerie e fu lasciato all’incuria e all’abbandono, tanto che le splendide architetture vennero utilizzate a modi cava di materiali da costruzione.
L’Abbazia di Sant’Eustachio fu riportata in luce grazie a due interventi di restauro, uno parziale nel 2012 e uno nel 2017 a opera della famiglia Giusti.
La famiglia gestisce una società agricola e anche un punto ristoro con sala degustazione vini Giusti Wine, proprio accanto l’Abbazia.

Durante il restauro sono stati riportati alla luce le antiche pavimentazioni, i muri e le sepolture. La torre d’ingresso e parte dell’antico convento sono stati ricostruiti grazie a fonti documentarie.
Come organizzare la visita.
La prima cosa a cui ho pensato non appena ho visto l’Abbazia di Sant’Eustachio è stata l’Abbazia di San Galgano (di cui ti ho parlato qui). Sono davvero poche le chiese che possono vantare un tetto di stelle e devo dire che mi sono divertita parecchio a fantasticare su come avrebbe potuta essere un tempo, i colori, le forme, le statue e poi a giocare con la mia macchina fotografica, immortalando quei soffitti celesti, un trait d’union tra terra e cielo.

Gli esterni sono curatissimi e l’impeccabile prato verde, quasi come un tappeto, proprio davanti l’ingresso della Basilica, ha incorniciato il tutto come un bellissimo ricordo.
Il prato è esposto a Ovest, pertanto nei pomeriggi estivi si trova in pieno sole, ma è possibile godere di un po’ di ristoro sotto le fronde di una pineta sulla destra della Basilica, opera di un recente rimboschimento della zona (consiglio una coperta per stendersi e tanto repellente per zanzare).
In alternativa, in orario serale è possibile degustare un buon aperitivo ammirando il tramonto.
Affascinante è stato vedere la foto posta lì vicino che ritrae la basilica durante la Grande Guerra circondata dai soldati e con accanto un albero, che ancora oggi si può vedere cresciuto, testimone di quei terribili fatti.
Nonostante non avessimo prenotato la visita guidata, abbiamo potuto comunque accedere all’antico chiostro e visionare le antiche sepolture e pavimentazioni.

La nostra visita è durata circa un’oretta e mezza. Purtroppo il bar doveva ancora aprire, altrimenti ci saremo soffermati di più per un aperitivo.
Giusti Wine: la cantina
Sulla strada del ritorno, abbiamo voluto toglierci la curiosità, visitando la cantina Giusti Wine che per la sua particolare forma architettonica ci ha molto stupito. La struttura è stata progettata dall’architetto Armando Guizzo per uniformarsi alle forme sinuose delle colline. Il tetto stesso della struttura è realizzato come se fosse una collina verde su cui si trovano addirittura dei vigneti.
Anche la moderna facciata, i profondi giochi d’acqua e l’esposizione con la bellissima scala a chiocciola ci ha stupito.
Persino il lampadario in vetro di Murano che si cala per cinque piani richiama l’immagine delle bollicine dei vini.

E’ possibile anche prenotare una visita guidata per addentrarsi nei luoghi di produzione. Maggiori informazioni qui.
Inutile dire che siamo tornati a casa con un bel souvenir: due bottiglie di ottimo vino.